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ELENCO POST:

giovedì 21 dicembre 2023

LA PRIMA COMETA del 2023 - C/2022 E3 (ZTF). by Michele Martellini & INSA.

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Aggiornato il 22/12/2023

LA PRIMA COMETA del 2023
C/2022 E3 (ZTF)
di Michele Martellini del GAV.
 
La C/2022 E3 (ZTF), è una cometa di tipo Iperbolico proveniente dalla Nube di Oort, che è diventata visibile ad occhio nudo in cieli particolarmente scuri, all'inizio del 2023.

Immagine di Ambrogio Sartirano da cui è tratta la foto di copertina ).

Scoperta:
La cometa C/2022 E3 è stata scoperta il 2 marzo 2022 dall’osservatorio di Monte Palomar nell’ambito della Zwicky Transient Facility (Ztf), (una survey ottica che ogni due notti esplora tutto il cielo visibile alla ricerca di nuovi asteroidi, comete, supernove, controparti di Grb e così via) dagli astronomi Bryce Bolin e Frank Masci.

Osservazioni:
Dal 17 gennaio al 5 febbraio 2023 la declinazione della cometa è stata talmente elevata da diventare
circumpolare per le latitudini italiane; quindi, è rimasta sempre visibile in cielo durante la notte.

LE OSSERVAZIONI del G.A.V.:
- 10 gennaio 2023. Questa notte, uscito dal lavoro alle 01:30, sono salito a Pedona (Camaiore –
LU). Ero stanco e non mi sentivo di arrivare in osservatorio. Il cielo non era male anche se mi
aspettavo che l’aria sarebbe stata più secca. La Luna era molto fastidiosa e mi ha fatto dannare per
rintracciare la cometa C/2022 E2 (ZTF). Alla fine l’ho individuata col maneggevole binocolo
10x50. Un fantasmino! Ma questo non mi preoccupava proprio perché la Luna condizionava
pesantemente la qualità della visione tenuto conto che si tratta di un oggetto diffuso, per di più
osservato ad un’altezza di circa 20° sopra l’orizzonte che non è molto. In definitiva, la cometa
promette molto bene per quando il nostro satellite non darà più fastidio e, oltre che più luminosa,
sarà anche ottimamente piazzata in cielo. Non ho effettuato stime proprio per la mancanza di una
visione definita dell’astro.
- 20 gennaio 2023. Stamani mi sono svegliato poco prima delle 03.00 T.U. e vedendo che a parte un
po’ di nuvole sparse era sereno, mi sono recato a Pedona (Camaiore – LU) coi binocoli 10x50 e
15x80. Il cielo era molto limpido, l’aria asciutta. Ho iniziato la sessione osservativa alle 03:50 T.U.
ed ho individuato praticamente subito la cometa col 10x50. Un bel globulo nebbioso con zona
interna un po’ più marcata rispetto all’alone più esterno ma non molto. La chioma è assai estesa, più
del globulare M13. Alle 04:12 T.U. ho stimato una magnitudine 6.1 col metodo di Sidwick e grado
di condensazione tra 3 e 4. Quando ho compiuto l’osservazione, la cometa era altissima
sull’orizzonte nord-est. Non ho avuto evidenza di coda nemmeno col binocolo 15x80 ma sembra
esserci un’asimmetria nella chioma che, se effettivamente presente, potrebbe essere stato l’inizio
della coda. Tutto però troppo incerto. Termino osservazioni alle ore 04:25 T.U.
- 27 gennaio 2023. Dopo qualche tentativo di osservazione svolto nei giorni precedenti, andato a vuoto a causa delle nuvole, ma durante i quali è stato comunque possibile realizzare lo stazionamento del nuovo telescopio installato nella specola dell'osservatorio astronomico ''Alpi Apuane'' (un riflettore da
254/1000), allo scoccare delle 1:30 uscito dal lavoro e con Roberto Beltramini ed Andrea Vitrano ci
siamo recati in osservatorio. All'inizio il cielo era limpido ma poi abbiamo dovuto combattere con passaggi di velature nuvolose, alcune delle quali, come visto successivamente, hanno rovinato delle pose fotografiche; la copertura è poi andata aumentando e sebbene non compatta, e divenuta densaimpededoci di proseguire. Non vi è stato tempo di osservarla ai binocoli ma è stata vista con l'oculare da 20 mm del telescopio della specola (50x): la chioma appariva irregolare ed ampia, con il falso nucleo piccolissimo, puntiforme.
L'irregolarità era data da una ''sensazione'' di getti e coda che però, per quanto mi sforzassi, non
sono riuscito a definire. L'interno della chioma era più denso dell'alone esterno ma più ''pastoso'',
non brillante, i cambi di densità della chioma erano molto graduali. La cometa era molto alta
sull'orizzonte est a non molta distanza dal ''Piccolo Carro'' e non era visibile ad occhio nudo.
Alle 02:32 TU circa è iniziata la serie di undici pose fotografiche con Canon EOS40D da tre minuti
ciascuna con inseguimento automatico su stella.


La prima immagine prodotta di questa cometa mostra con evidenza straordinaria che la porzione
“frontale” della chioma esibisce un bel colore verde. Quando la molecola del carbonio viene
eccitata può riemettere l’energia assorbita rilasciando radiazione elettromagnetica che l’occhio
percepisce di colore verde. Si tratta di tutta una serie di righe note come “bande di Swan“, in onore
del fisico scozzese William Swan il primo a studiare lo spettro del C2 nel 1856. La molecola di C2
non esiste nelle comete finché non si avvicinano al Sole. Quando il Sole inizia a riscaldare il nucleo
della cometa il ghiaccio di superficie sublima e con lui la materia organica ivi intrappolata che si
sposta così nella chioma. Una volta nella chioma la luce solare scinde queste molecole organiche
complesse, dando origine al carbonio biatomico. Nella foto successiva, che altro non è che la
precedente resa in negativo, il maggior contrasto offerto evidenzia l’ampio alone di polveri che
costituisce la coda di tipo II; esso è localizzato nella metà inferiore dell’immagine che va da “ore 5”
a “ore 8” (in pratica come se fosse un ventaglio). Ora, si immagini di guardare l’immagine di taglio
(come a prendere la fotografia e ruotarla fino a renderla perpendicolare allo schermo del pc): questa
rotazione immaginaria serve a simulare il passaggio della Terra attraverso il piano orbitale della
cometa. Ecco questo sforzo di immaginazione ci fa comprendere come funzioni l’effetto prospettico
che genera la così detta “anticoda”, cioè una coda che apparentemente sta “davanti” la chioma,
come una specie di lancia, e non dietro.
- 28 gennaio 2023. Questa sera salgono in osservatorio Roberto Beltramini, David Vizzoni e
Daniela Innocenti. Inizialmente effettuano un test di durata posa. Li avevo infatti messi in guardia
circa il fatto che la cometa, essendo vicina alla Terra, avrebbe avuto un moto apparente veloce che
non permetteva di ottenere immagini ferme dell’astro anche con esposizioni di pochissimi minuti.
Verificato che con un minuto di posa l’effetto mosso era già evidente, decidono di fare inseguire il
telescopio, in automatico, sul falso nucleo…e l’esperimento riesce! Nonostante l’aspetto non
perfettamente puntiforme del falso nucleo confonda un po’ il sistema di guida automatico, riescono
ad ottenere una serie di sette immagini da 4 minuti ciascuna. Ogni immagine è stata esposta a 640
ISO ed è stata adoperata una Canon 40D al fuoco diretto del telescopio Newton diametro 254mm e
1000 di focale (f/3,9) Malgrado la presenza della Luna la coda di ioni è risaltata bene e peraltro è
stata ben allineata secondo la diagonale del fotogramma!


- 29 gennaio 2023 mattina. Dopo avere terminato il terzo turno di lavoro (ore 01.30) mi dirigo
verso Pedona (Camaiore – LU) dove svolgo una veloce ma proficua osservazione visuale che ha
inizio alle ore 01:20 T.U. Col binocolo 10x50 la chioma della cometa si presenta estesa,
sostanzialmente tonda, ma muovendo il binocolo si capisce che c’è una coda e un quasi
impercettibile alone esterno. A tratti mi sembra di vedere un “puntino” (il falso nucleo) al centro
della zona densa della chioma che è estesa per circa ½ del diametro certamente osservabile. Compio
la stima della magnitudine alle ore 01:27 T.U. col metodo di Sidwick: mag. 5,3. Poi passo alla stima
del grado di condensazione: 4. Al binocolo 15x80 non percepisco il falso nucleo puntiforme; la
zona interna è tondeggiante ma non c’è un brusco salto tra la zona interna (densa) e quella esterna
(meno densa), il passaggio è molto graduale come fosse un pastello sfumato; tuttavia vi è una decisa
differenza tra la zona interna e quella esterna. L’osservazione termina alle ore 01:38 T.U.
- 29 gennaio 2023 sera. La sera dello stesso giorno, invece, ci ritroviamo presso l’Osservatorio
Astronomico “Alpi Apuane”, io, Roberto Beltramini e Davide Martellini. Il cielo è sereno ma c’è
molta umidità alta che si evidenzia bene nell’alone ristretto che circonda la Luna, oltre che a
sporadiche velature localizzate qua e là in cielo.
Roberto era in osservatorio già dal pomeriggio, perciò aveva potuto preparare la strumentazione
(telescopio 250 mm F/1000 e gli accessori fotografici) con calma; io arrivo verso le 20:15 T.U.
Perfezioniamo l’inquadratura della cometa in modo da far sì che la coda segua il più possibile
l’andamento della diagonale lunga dell’immagine. Inizialmente realizziamo serie di scatti di 3
minuti ma poi vediamo che la luce lunare sbianca troppo le immagini e scendiamo quindi a 2,5
minuti… ancora troppo… ci assestiamo infine a 2 minuti. Riprendiamo oltre 30 minuti di scatti da
due minuti con brevissimi intervalli di pochi secondi tra uno e l’altro; inseguimento automatico sul
falso nucleo cometario. Visualmente, al binocolo 10x50 la cometa appare come un grande ed
evidente ammasso globulare. Davide (come pure io) percepisce una forma asimmetrica: è
probabilmente l’effetto della coda di polveri data l’ampiezza di quanto percepiamo. Teniamo però
presente che siamo a livelli di percettibilità veramente bassi! Terminiamo con l’esecuzione dei dark
e dei flat verso le ore 21:50 T.U. quando da mare arriva una coltre nuvolosa più densa.


 - 9 febbraio 2023
Roberto Beltramini ed io ci rechiamo all'osservatorio astronomico ''Alpi apuane''. Il cielo è
limpidissimo, l'aria molto secca e la temperatura intorno agli zero gradi o anche meno. Iniziamo alle
20:10 TU circa ma la serata parte male, difatti il telescopio non inquadra quello che gli viene
richiesto e perdiamo circa un'ora per ''insegnargli'' nuovamente a puntare.
Finalmente è la volta della cometa: all'oculare da 20 mm è ottimamente visibile la chioma con la
sua forma asimmetrica che lascia indovinare la direzione della coda ed è proprio grazie a questo che
possiamo orientare al meglio la macchina fotografica. Purtroppo, l'approssimarsi del sorgere della
Luna non consente di soffermarci per osservare adeguatamente e bisogna subito passare alle foto.
Iniziamo circa alle 21:32 TU con pose da 2' 30'' ripetute a raffica per 10 volte. 
Nel tempo che intercorre tra la prima e l'ultima foto la Luna fa capolino dalla collinetta e anche se
angolarmente distante dal nostro obbiettivo, certamente complica ed influisce negativamente sulle
riprese. Con il sistema automatico di guida, durante le pose fotografiche, agganciamo il falso nucleo
cometario che ''tiene'' senza tentennamenti producendo un inseguimento eccellente (meno di 1” d’arco gli errori massimi). A conclusione delle pose fotografiche riprendiamo tre dark e 1 flat con la nuova flat box realizzata da Roberto che pare funzionare bene. 
Chiudiamo l’attività alle ore 22:30 TU circa con le dita doloranti per il freddo!


 - 10 febbraio 2023. Per questo pomeriggio l’appuntamento è a Massaciuccoli (LU), zona bonifica
tra Via Pietra a Padule e Via della Bonifica con i bambini, i genitori e le insegnanti Virna e Sara di
due classi della scuola primaria di Bozzano (Massarosa – LU): la 5 a /A e la 5 a /B. Ad affrontare
l’”impresa”, siamo io, Roberto Beltramini e Andrea Vitrano. Il cielo è limpido con un po’ di
umidità addensata verso l’orizzonte, temperatura di poco superiore a zero gradi. La “star” del giorno
è la cometa di cui tutti parlano e vedono foto sul web, perciò, a partire dalle 17:45 T.U. e fino alle
19:00 T.U., con due telescopi riflettori 114/900 e binocoli facciamo alternare agli strumenti i piccoli
ospiti e gli adulti. All’oculare da 20 mm si osserva bene la condensazione centrale e la chioma si
presenta irregolare ai margini. Non è particolarmente densa e nemmeno molto estesa, non si nota
traccia di coda. Al binocolo 10x50 la ZTF è spettacolare per la sua vicinanza a Marte che entra nel
campo del binocolo! Andrea mostra ai bambini alcuni meteoriti e li intrattiene con numerose e
appassionate spiegazioni. 
Non si è persa occasione di mostrare anche Giove, M42, M45 e M31. Al termine, mini-buffet a base
di thè caldo e “cenci”. Un bambino, di cinque anni, figlio di una delle insegnanti, sopraffatto
dall’esuberanza degli studenti, non era riuscito a vedere la cometa e piangeva…diceva che non
poteva aspettare 52.000 anni per vederla: la “crisi” è stata risolta col mio binocolo 10x50 e (dato
che non è facile che un bambino così piccolo possa destreggiarsi facilmente a inquadrare un oggetto
astronomico con il binocolo), con un Roberto Beltramini in “postazione equatoriale” che
manovrava il bimbo, finché questi non ha esclamato felice “la vedo!!!”.
Il giorno seguente sono pervenuti i ringraziamenti delle maestre.


Curva di luce tratta dal sito di Seiichi Yoshida ).

Parametri orbitali:
Di seguito gli elementi orbitali aggiornati:

DATI dal Jet Propulsion Laboratory:

Epoca 2459872.5 (2022-Oct-20.0) TDB

ecc.	1.00030149228672	
a	-3689.130669413405	UA
q	1.11224444153011	UA
inclin.	109.169476425337	deg
L.nodo	302.5550103550588	deg
periel.	145.8149290823132	deg
M	-0.000372939285098278	deg
T(per)	2023-Jan-12.78521337	TDB
periodo	 - non definito - 
n	4.398635920852476E-6	deg/d
Da 5293 osservazioni nel periodo 25 ott 2021 – 11 dic 2023. 

Per questa cometa le osservazioni coprono un arco orbitale di poco più di 2 anni ed è difficile dire
se sia la prima o la seconda volta che passa in prossimità del Sole, perché gli elementi orbitali
cambiano con il tempo in seguito alle perturbazioni planetarie e alla emissione di gas e polveri dal
nucleo. 
Per conoscere la storia remota di questa cometa è necessario proiettare l’orbita indietro nel tempo di
qualche milione di anni e vedere come si è evoluta. Probabilmente si tratta di una cometa che
proviene quasi direttamente dalla nube di Oort, la grande riserva di nuclei cometari che avviluppa
tutto il Sistema solare, la cui formazione risale a miliardi di anni fa.
Tipicamente una cometa impiega 4-5 milioni di anni per compiere il tragitto dalla nube di Oort fino
all’altezza dei pianeti terrestri, quindi il viaggio che ha affrontato la ZTF nel suo passato è stato
piuttosto lungo.
L’orbita della ZTF abbiamo visto che ha un’inclinazione di circa 109° sull’eclittica ossia è superiore
a 90°: il moto orbitale è quindi di tipo retrogrado cioè avviene in senso orario se visto dal polo nord
dell’eclittica, opposto al senso di rivoluzione dei pianeti attorno al Sole che è antiorario. L’elevata
inclinazione protegge in parte la cometa dalle perturbazioni gravitazionali planetarie che sono
statisticamente più intense quando ci si muove sul piano dell’eclittica.

Diagramma orbitale al perielio - JPL ).
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A cura di Michele Martellini.
Con integrazioni a cura dell'INSA.


mercoledì 13 dicembre 2023

LA COMETA NISHIMURA del 2023 - C/2023 P1. by Michele Martellini & INSA.

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Aggiornato il 13/12/2023

LA COMETA NISHIMURA del 2023
C/2023 P1 (Nishimura)
 
La C/2023 P1 (Nishimura), è una cometa di lungo periodo all'incirca di 433 anni.

Foto di Ambrogio Sartirano - INSA. Del 7 settembre 2023, presso Carmagnola (TO) dal comunicato ufficiale [CCI-2023R05] ).

Scoperta:
La cometa C/2023 P1 è stata scoperta l’11 agosto 2023 dall’astrofilo giapponese Hideo Nishimura quando aveva una magnitudine apparente +11. La scoperta è avvenuta riprendendo il cielo con un semplice teleobiettivo da 200 mm abbinato a una reflex. 
Dopo le necessarie verifiche e conferme da parte di altri osservatori, il 15 agosto 2023 il Minor Planet Center ha pubblicato la circolare MPEC 2023-P87, dove la cometa ha ricevuto la designazione ufficiale C/2023 P1 (Nishimura). Questa cometa è la terza scoperta di Nishimura, che è anche un prolifico scopritore di novae e di stelle variabili.

Osservazioni:
La C/2023 P1 è stata scoperta quando era già molto brillante: non è stata rilevata prima dalle varie survey dedicate agli asteroidi near-Earth perché l’elongazione dal Sole era bassa, solo 33°, quindi era angolarmente troppo vicina alla nostra stella per entrare nel sondaggio. Al momento della scoperta la Nishimura era a 1,73 UA dalla Terra e a 1,05 UA dal Sole, quindi relativamente vicina a noi.
Sebbene l’arco di tempo trascorso tra la scoperta e le ultime osservazioni sia piuttosto breve per poter calcolare elementi orbitali molto precisi, come spesso accade, è il riesame di vecchie immagini che può spostare significativamente indietro nel tempo il rilevamento fotografico delle comete (ma questo vale naturalmente anche per gli asteroidi) ed è quanto è accaduto anche per la Nishimura. Infatti, il Central Bureau for Astronomical Telegrams con la CBET 5291 del 29 agosto 2023, comunicava che R. Weryk, del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università del Western Ontario, riportava di avere identificato la Nishimura, ancora di aspetto stellare, su immagini di pre-scoperta ottenute con i telescopi Ritchey-Chretien Pan-STARRS1 e Pan-STARRS2 da 1,8m, posizionati ad Haleakala (Hawaii) risalenti rispettivamente al 25 gennaio e al 19 e 24 gennaio del 2023. 
Gli elementi orbitali allora calcolati suggerivano che la cometa fosse passata al perielio precedentemente, intorno al 1588 (luglio), mentre gli ultimi calcoli fatti a dicembre, indicano il 1591.

Per quanto riguarda la visibilità di questa cometa gli osservatori dell’emisfero nord sono stati avvantaggiati perché il passaggio al perielio è avvenuto al di sopra del piano dell’eclittica. Purtroppo, però la distanza angolare dal Sole è sempre stata ridotta, raggiungendo al massimo i 35° nell’ultima settimana di agosto. Pertanto, a causa della ridotta distanza angolare dal Sole l’osservazione della Nishimura non è stata facile.

Osservazione del 9 settembre 2023:
Nella tarda serata di venerdì 8 settembre decido di tentare l’osservazione della difficile cometa Nishimura. Occorre un orizzonte est ben libero e opto per un sito già collaudato per tale tipo di necessità: uno dei tornanti della strada che dalla Via Provinciale di Arni sale verso gli impianti sciistici che si trovano oltre Capanne di Careggine (Lucca). Parto poco dopo la mezzanotte con strumentazione osservativa leggera costituita da binocolo 10x50 e da binocolo 15x80 e strumentazione fotografica costituita dalla Canon EOS40D del G.A.V. e un (vecchio) teleobiettivo Nikkon 135mm. f/2.8 con relativo raccordo adattatore. Arrivato sul posto ho verificato che effettivamente la porzione di orizzonte che mi interessava fosse libera, dopodiché, essendo presto, ho proseguito fino alla zona degli impianti sciistici per verificare se vi fossero altri siti adoperabili: constato che quella curva sul tornante, caratterizzata da un ampio spiazzo sterrato dove sorge una marginetta, è l’unico sito adatto all’occorrenza. Torno pertanto giù, a quel tornante. Mi faccio un’oretta di sonno e poi preparo cavalletto e apparecchio fotografico. Sorge Venere, un buon riferimento per individuare con una certa approssimazione il punto dove sorgerà la cometa, così ho un riferimento più preciso su dove posizionarmi. Individuo le stelle del Leone che mi guidano fino ad un tratto delle montagne che costituiscono l’orizzonte da dove dovrebbe sorgere la cometa.
Il cielo è limpido, la luna calante è di poco inferiore alla metà e si trova a circa 45° dalla cometa.
Intorno alle 04:00 T.U. proprio sopra la cresta di una delle montagne (che successivamente Roberto Beltramini individuerà come il Monte Romecchio di 1700 metri, che si trova sul crinale dell'Appennino Tosco – Emiliano, nel tratto compreso fra il monte Giovo e il Passo delle Radici) ecco “accendersi” la stella ζ del Leone che per questo giorno costituisce un ottimo punto di riferimento per
l’individuazione della cometa Nishimura che, infatti, si trova poco al di sotto. Pochi minuti dopo ecco che riesco ad individuare la cometa nel campo del binocolo 10x50, facile, anche se ad occhio nudo l’astro non è visibile. Con la visione distolta riesco ad “indovinare” la coda, ben dritta verso l’alto, molto stretta. La chioma ha apparenza quasi stellare, diciamo una stella poco sfuocata e le ho assegnato il grado di condensazione più elevato che mi sia mai capitato da quando osservo comete: 8,su una scala che va da 0 a 9 (aspetto stellare).
La magnitudine non è stato possibile stimarla con precisione data la scarsità di stelle di confronto e la scarsissima altezza sopra l’orizzonte, comunque direi tra +4 e +5. L’attrezzatura non era delle migliori poiché accoppiare, alla Canon EOS40D (digitale), un obiettivo Nikkon da 135 mm nato per la fotografia analogica crea alcuni problemi: l'"infinito" non è sul relativo simbolo e ho dovuto focheggiare millimetro per millimetro finché mi è sembrato di avere raggiunto il punto giusto; inoltre, anche le varie lunghezze d'onda della luce sono un po' distorte proprio per la natura diversa degli apparecchi assemblati. Purtroppo, il binocolo 15x80 ha evidenziato un problema ad una lente: non ho capito di cosa si tratti…spero niente di serio! Comunque, ho dovuto rinunciare ad adoperarlo.
Complessivamente ho ripreso 26 immagini a vari tempi di posa (ho provato 10, 8, 6 secondi e sono risultati eccessivi poiché l’immagine veniva mossa per effetto della rotazione terrestre; mi sono infine assestato su 5 secondi o meno) e sensibilità varie che vanno da 1600 ISO a 640 ISO: Il diaframma l’ho tenuto fisso su f/2.8. Durante l’esecuzione degli scatti, si faceva via via più evidente l’aurora e quindi l’osservazione è stata una continua lotta contro il chiarore che aumentava e una corsa contro il tempo finché, alle 04:40 T.U. non era ormai più possibile svolgere osservazioni visuali o effettuare riprese fotografiche soddisfacenti e pertanto chiudevo l’osservazione per fare ritorno a casa. Roberto Beltramini ha poi elaborato e sommato alcune immagini RAW ottenendo un risultato che pone in evidenza molto meglio rispetto ai singoli scatti, la sottile coda di ioni della cometa Nishimura.
L’analisi dell’immagine così ottenuta, grazie alle numerose stelle prospetticamente intercettate dalla coda della cometa, ha permesso di ricavarne (con i buoni, vecchi, squadra e goniometro!), sia l’angolo di posizione che la lunghezza. L’angolo di posizione PA indica l’orientamento dell’asse della coda o delle code, esso si misura partendo da Nord e andando verso Est ed è risultato pari a 315°, in perfetto accordo con le stime pubblicate sul “Comet Observation Database” redatto dal Črni Vrh Observatory (Slovenia). Per la lunghezza della coda ho usufruito del programma Sky Map 8 che ha una specifica funzione per misurare la distanza angolare fra due punti nel cielo. Essa è risultata di 2°53’, tenendo conto delle propaggini più esterne che sono riuscito ad individuare avvalendomi anche dell’elaborazione in bianco e nero dell’immagine sotto riportata e della sua trasposizione in negativo.
Considerando i mezzi adoperati ed il fatto che le fotografie sono state riprese senza
inseguimento, è ragionevole pensare che la coda superi abbondantemente i 3 gradi. 

Fig. 1 - Data: 09.09.2023 - Cometa C/2023P1 (Nishimura). Somma di quattro delle pose realizzata da Capanne di Careggine in una elaborazione di Roberto Beltramini. La stella più luminosa è ζ Leonis).

Elaborazione in Bianco/Nero e Negativo ).

Osservazione del 19 settembre 2023:
Dopo il passaggio al perielio si reperiscono in rete fotografie riprese subito dopo il tramonto da alcuni astrofotografi. Purtroppo, il tempo, da noi, per alcuni giorni non è buono, perciò, il primo tentativo utile è per il 19 settembre. Ci rechiamo a Passo Croce (Stazzema – LU ) Roberto Beltramini, io, Davide Martellini e Andrea Vitrano. Il cielo è limpido ma c’è un fronte nuvoloso abbastanza stabile verso ovest che allunga le sue propaggini verso nord-ovest. Sappiamo di avere pochissime possibilità di successo poiché quando il Sole tramonta la cometa sarà a circa 7 gradi di altezza sopra l’orizzonte, ma è l’ultima possibilità…anzi, forse è già sfumata con ieri ma si tenta ugualmente. Dal tramonto cominciamo a scandagliare il cielo e a realizzare qualche scatto fotografico con la Canon EOS40 con teleobiettivo zoom impostato su 135 mm di focale. Niente da fare. Tuttavia, ci consoliamo con un tramonto dai colori straordinari!

Parametri orbitali:
Come si può vedere nella tabella qua sotto, l'orbita della Nishimura è inclinata di ben 132° sul piano dell’eclittica; quindi, la cometa si muove in senso orario (retrogrado) se vista dal polo nord dell’eclittica. Il suo perielio, avvenuto il 17 settembre 2023, si è verificato a 0,225 UA dal Sole, quindi
ben all’interno dell’orbita di Mercurio. Tra la scoperta e il perielio è intercorso poco più di un mese; quindi, si può ben dire che questo astro è stato scoperto all’ultimo momento! Dopo il passaggio al perielio, a cui il nucleo è sopravvissuto, la Nishimura ha rapidamente cominciato a portarsi al di sotto del piano dell’eclittica dirigendosi verso le estreme regioni periferiche del Sistema Solare.

DATI da Syuichi Nakano, nota NK 5119:

Epoca = 2023 Settembre 13.0 TT T(per)= 2023 Settembre 17.64122 +/- 0.00022 (m.e.) TT Peri. = 116.29796 +/- 0.00136 Nodo = 66.83453 +/- 0.00008 (2000.0) Incl. = 132.47672 +/- 0.00016 q = 0.2251491 +/- 0.0000059 UA e = 0.9961435 +/- 0.0000292 1/a = +0.0171287 +/- 0.0001297 1/UA A1 = -1.265 +/- 0.277 A2 = +0.13891 +/- 0.12879 originale = +0.017487 (Q= 6) futuro = +0.018054

da 622 osservazioni nel 2023 dal 19 gennaio al 21 novembre. Perturbazioni da Mercurio a Nettuno e anche dei tre pianeti minori, Cerere, Pallade e Vesta. Gli effetti non gravitazionali STILE II, sono stati presi in considerazione. Il residuo medio è +/- 0,60 secondi d'arco.

Diagramma orbitale al perielio - JPL ).
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A cura di Michele Martellini del GAV
con integrazione a cura dell'INSA.


lunedì 4 dicembre 2023

LA COMETA PERIODICA 472P/NEAT-LINEAR 1. by Andreotti Roberto - INSA.

 

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Aggiornato il 05/12/2023

472P/NEAT-LINEAR 1

La 472P/NEAT-LINEAR 1, denominata anche P/2002 T6, è una cometa periodica con 2 passaggi al perielio osservati, che appartiene alla famiglia dinamica delle comete gioviane (HTC).
Un oggetto segnalato come asteroidale indipendentemente dalle rilevazioni NEAT (4,50 ottobre 2002, magnitudine +20,1) e LINEAR (7,26 ottobre 2002, magnitudine +19,4), e successivamente collocato sulla NEOCP, è stato determinato che era una cometa, grazie anche a Peter Birtwhistle (Great Shefford, UK), che ha riferito che nelle immagini CCD scattate con un riflettore da 0,3m il 27,9 ottobre 2002 UT, si vedevano due code deboli, sottili e diritte in PA di 107° (36'' di lunghezza) e PA di 310° (39'' di lunghezza) e una condensazione nucleare con un diametro di circa 8". Mentre Timothy B. Spahr riferisce che le esposizioni da 5 minuti scattate con il riflettore di Mt. Hopkins da 1,2m il 29,2 ottobre 2002 mostravano una piccola chioma del diametro di circa 6" e una coda estremamente debole lunga circa 10" in PA 330 gradi. 
Il periodo è di circa 21,2 anni e la distanza del perielio è di circa 3,4 UA. 
La cometa è stata recuperata dopo che i calcoli di M. Rudenko (Minor Planet Center), hanno collegato un oggetto apparentemente asteroidale trovato da Erwin Schwab su immagini CCD ottenute il 9 settembre 2023 UT, con il telescopio Schmidt da 0,8m-f/3 a Calar Alto, che era stato denominato 2023 RL75 da parte dell'MPC, con la cometa P/2002 T6. 
Va detto che la prima intuizione che i 2 oggetti fossero la solita cometa è stata fatta il 24 ottobre 2023, da parte di Alessandro Odasso sul gruppo ''Comete-ml''.

Passaggi al perielio:
Passaggi al perielio effettuati e prossimi a breve (Dai siti di Seiichi Yoshida, e Syuichi Nakano):

Parametri orbitali:

DATI dalla CBET 5306:

                    Epoca = 2003 giugno 10.0 TT
     T = 2003 giugno 27.01545 TT      Peri. = 217.57304
     e = 0.5573311                    Nodo  = 209.04572 (2000.0)   
     q = 3.3870835 UA                 Incl. =  11.00925
     a = 7.6515059 UA  n = 0.04656758     P =  21.16 anni

                    Epoca = 2024 luglio 29.0 TT
     T = 2024 luglio 15.54787 TT      Peri. = 218.95141
     e = 0.5671066                    Nodo  = 205.99605 (2000.0)
     q = 3.3895578 UA                 Incl. =  10.83576
     a = 7.8300052 UA  n = 0.04498430     P =  21.91 anni 

                    Epoca = 2045 Ottobre 27.0 TT
     T = 2045 Ottobre 7.17193 TT      Peri. = 218.14789
     e = 0.5614668                    Nodo  = 205.57049 (2000.0)   
     q = 3.3764599 UA                 Incl. =  10.87077
     a = 7.6994387 UA  n = 0.04613340     P =  21.36 anni 
da 431 osservazioni nel periodo 2002-2023, residuo medio 0".7. 
Diagramma orbitale della 472P - JPL ).
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A cura di Andreotti Roberto.