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ELENCO POST:

venerdì 20 settembre 2019

PROTEO , il maggiore satellite di Nettuno dopo Tritone . by Andreotti Roberto - INSA .

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Aggiornato il 20/09/2019

Proteo


Scoperta:
Proteo venne scoperto grazie a un'immagine catturata dalla sonda statunitense Voyager 2 durante il sorvolo di Nettuno del 1989. Ricevette la designazione provvisoria di S/1989 N 1Stephen Synnott e Bradford Smith annunciarono, con circolare UAI 4806, la sua scoperta il 7 luglio 1989, citando 17 immagini scattate nell'arco di 21 giorni, facendo in tal modo risalire la scoperta al 16 giugno.

Nome:
Proteo (dal greco Πρωτέας), o Nettuno VIII, è il secondo satellite di Nettuno per dimensioni dopo Tritone.
Il suo nome deriva da quello di Proteo, una divinità minore del mare in grado di modificare, secondo la mitologia greca, il proprio aspetto.

Dati fisici:
Ha dimensioni di 440×416×404 km, ed è pertanto più grande di Nereide, un altro satellite di Nettuno già precedentemente noto grazie ad osservazioni effettuate dalla Terra, ed una densità di 1,3 kg/dm3.
Proteo è anche uno degli oggetti più scuri del sistema solare, con un'albedo pari ad appena 0,10 (viene riflesso il 6-10% della luce solare incidente), che lo accomuna a Febe, satellite di Saturno.

Superficie:
Il colore della sua superficie è neutro in quanto la riflettività non cambia sensibilmente con la lunghezza d'onda dal viola al verde. Nel vicino infrarosso  alla lunghezza d'onda di 2 micron, la superficie di Proteus diventa meno riflettente, indicando una possibile presenza di composti organici complessi come idrocarburi o cianoidi.
Questi composti possono essere responsabili per il basso albedo delle lune nettuniane interne.
Anche se per Proteus si ipotizza che possa contenere quantità significative di ghiaccio d'acqua, esso non è stato rilevato spettroscopicamente sulla superficie.

Forma e struttura:
Ha una forma irregolare e gli studiosi credono che Proteo abbia le dimensioni e la massa limite per un corpo non sferoidale.
Questo porta a concludere che, a differenza di altri satelliti, non abbia avuto nessuna attività geologica di rilievo.
La formazione geologica più prominente della superficie di Proteo è certamente il cratere Pharos.

Proteo è leggermente allungato nella direzione di Nettuno, anche se la sua forma generale è più vicina a un poliedro irregolare che a un ellissoide triassiale. La superficie di Proteo mostra diverse sfaccettature piatte o leggermente concave che misurano da 150 a 200 km di diametro, e probabilmente sono crateri da impatto degradati.

Parametri orbitali:
Si ritiene che Proteo non sia stato scoperto dai telescopi terrestri a causa della sua orbita troppo vicina al pianeta, che ne impedisce l'individuazione diretta, difatti orbita a 117.647 km da Nettuno con un periodo di rivoluzione sincrono con la rotazione pari a 1,122315 giorni.
Proteo orbita attorno a Nettuno in un'orbita quasi equatoriale alla distanza di circa 4,75 volte il raggio dell'equatore di Nettuno.
L'orbita di Proteo è quasi circolare, con una piccola eccentricità orbitale (0.00053±0.00009), ed è inclinata di circa 0,5 gradi all'equatore di Nettuno. Proteo ruota in modo sincrono con il suo movimento orbitale, il che significa che un lato di Proteo punta sempre verso Nettuno.
Proteo potrebbe essere stato una volta in risonanza orbitale 1:2 con Larissa.
A causa della migrazione verso l'esterno di Proteus in passato, le risonanze orbitali di Proteo e Larissa non sono più in vigore da diverse centinaia di milioni di anni.

Nell'animazione le variazioni del piano orbitale dovute all'interazione con Tritone ).

Mappe:
Mappa Altimertica ).

Mappa Visuale ).

Origine e storia:
Proteo, come le altre lune interne di Nettuno, è improbabile che sia un corpo originale che si è formato con esso, ed è più probabile che si sia accumulato dalle macerie che sono state prodotte dopo la cattura di Tritone.
(foto HUBBLE - Proteo è in alto).
Proteo inizialmente aveva un'orbita più piccola intorno a Nettuno, e potrebbe essersi formato più vicino al pianeta. Al momento della formazione di Proteo, la sua orbita era stimata a 8.000 km in meno della sua distanza attuale da Nettuno. Nel corso del tempo, Proteo migrò verso l'esterno da Nettuno attraverso interazioni di marea. Durante la migrazione verso l'esterno di Proteo, le collisioni e gli eventi d'impatto potrebbero aver formato grandi crateri e aver espulso frammenti di Proteo in orbita intorno a Nettuno. Una collisione di Proteo e di un altro oggetto potrebbe spiegare l'origine di Ippocampo la luna più piccola di Nettuno, che orbita vicino a Proteo.

Link:
1- Circolare IAU n. 4806 descrizione della scoperta di S/1989 N 1, su cbat.eps.harvard.edu.
2- Sguardi sul sistema solare – Proteo, una luna di Nettuno, su solarviews.com
3- S. Croft, Proteus: Geology, shape, and catastrophic destruction, in Icarus, vol. 99, nº 2, 1992, pp. 402–408, Bibcode:1992Icar...99..402CDOI:10.1016/0019-1035(92)90156-2.
4- Neptune's Known Satellites (by Scott S. Sheppard)
5- "Proteus: Pharos"Gazetteer of Planetary Nomenclature. USGS Astrogeology. Retrieved 4 June 2010.
6- Smith, B. A.; Soderblom, L. A.; Banfield, D.; Barnet, C.; Basilevsky, A. T.; Beebe, R. F.; Bollinger, K.; Boyce, J. M.; Brahic, A. (1989). "Voyager 2 at Neptune: Imaging Science Results" (PDF).
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A cura di Andreotti Roberto.



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