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venerdì 12 luglio 2019

(153591) 2001 SN263 un Near-Earth triplo ed Ultra-Blu. by Andreotti e Donati - INSA.

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Aggiornato il 12/07/2019

(153591) 2001 SN263


Osservazione:
2001 SN263 è stato scoperto il 20 settembre 2001 e il 12 febbraio del 2008 le osservazioni radar effettuate con il radiotelescopio da 305 metri di diametro Di Arecibo (Puertorico) hanno rivelato che l'asteroide non è un oggetto unico, ma è costituito da un corpo di maggiori dimensioni e da altri due più piccoli che gli orbitano attorno. 

(A LATO : Una "foto" di famiglia molto accurata). 

Adesso, grazie alle analisi delle immagini radar e di una lunga serie di osservazioni telescopiche, è stato possibile caratterizzare con precisione i tre oggetti e mettere in evidenza le proprietà e la  dinamica del sistema con una ricchezza di particolari senza precedenti. 
In pratica, si sono ottenute delle vere e proprie "immagini" dei tre piccolissimi corpi planetari e sono stati ricavati con precisione i loro parametri orbitali e fisici. 
Un mucchio di sassi spaziale. 

Parametri orbitali:
Orbita attorno al Sole a una distanza di 1,0363 - 2,9368  UA , una volta ogni 2 anni e 10 mesi (1.023 giorni). La sua orbita ha un'eccentricità di 0,4783 e un'inclinazione di 6,6853° rispetto all'eclittica . 

( Grafico dell'orbita - JPL ).

Modelli e dati:
LINK (pdf) : https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0019103514006149

Alfa:
Il componente principale del sistema, denominato  Alfa, ha un diametro di circa 2,8 km e una densità di poco superiore a quella dell'acqua. 
Presumibilmente la sua struttura è "porosa" con al suo interno delle cavità ed è fratturato: molto probabilmente si tratta di un oggetto che in gergo viene chiamato rubble-pile (mucchio di sassi), un corpo composto da diversi blocchi di roccia tenuti insieme dalla reciproca forza di gravità. 
La forma di Alpha, che compie una rotazione attorno al proprio asse in circa 3 ore e 25 minuti, assomiglia un pò a quella di una trottola e non è un caso: la regione equatoriale è più spessa perché è da lì che probabilmente si è staccato il materiale che è andato a formare i due minuscoli satelliti. 


( Modello di ALFA ).

Curva di luce:
Superficie:
(153591) 2001 SN263 presenta lo spettro visibile più blu mai osservato per piccoli corpi nel sistema solare, anche più bluastro dei NEA 3200 Fetonte e 101955 Bennu. 
Gli spettri suggeriscono che la composizione della superficie è organica e ricca di magnetite, simile a quella delle condriti carboniche CI riscaldate. 
Anche i fillosilicati possono essere abbondanti. 
Troviamo poi, suggerimenti di una superficie a grana grossa e con una grande varietà di composizione all'interno del sistema triplo.  

Spettro di 2001 SN263, confrontato con quello di un chip rivestito di CI Y-82162 insolito (in giallo, campione RELAB MB-CMP-019-CB), meteorite Ivuna riscaldato (in verde, campione RELAB MP-TXH-018- E), solo nerofumo (in nero, campione RELAB SC-EAC-024), montmorillonite miscelata con nerofumo (in marrone, campione RELAB XM-CMP-014). ).



Satelliti:
Le due lune sincrone del pianeta minore misurano circa 770 metri (BETA) e 430 metri (GAMMA) e hanno un periodo orbitale di 16,46 h (GAMMA) e 150 h (BETA), rispettivamente.

Gamma:
Il più piccolo e interno, Gamma, orbita attorno al corpo maggiore in poco meno di 16 ore e mezzo ad una distanza di circa 4 km. La cosa interessante è che la sua densità risulta essere molto più elevata di Alpha e quindi si tratta di un corpo compatto, cioè monolitico, in pratica un grosso masso staccatosi dalla superficie di Alfa


( Modello di GAMMA ).

Beta:
Il secondo satellite, Beta, si trova a quasi 17 km dal corpo principale e descrive un'orbita in 6 giorni. Questo satellite ha la stessa densità del primario e deve avere una struttura composita, in pratica un riaggregato di macerie.


( Modello di BETA ).

Orbite dei satelliti:
( Nel grafico, l'orbita dei satelliti in scala ).
LINK (pdf) : Stable retrograde orbits around the triple system 2001 SN263

Gravità:
La forza di gravità di Alpha è talmente bassa che, con un balzo, un ipotetico astronauta che visitasse il sistema potrebbe alzarsi dalla sua superficie e spostarsi da un satellite all'altro.  
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A cura di Andreotti e Donati.



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